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Aprile 6, 2018

Fisso racconta “La Vittoria di Ercole”

1 – Chi é Fisso? Ci racconti qualcosa del tuo background?

Fisso non è altro che l’alias di Matteo Meloni, classe 1987 e vengo da Assemini in provincia di Cagliari. Ho iniziato ad avvicinarmi all’Hip Hop alla fine degli anni ’90 con la Breakdance. Qui ad Assemini, in quel periodo, questa disciplina era un fenomeno culturale, per rendere l’idea, paragonabile al Rap adesso in Italia. Al Rap ci sono arrivato anni dopo, verso il 2005, da quell’anno ho incominciato ad incidere i primi pezzi e le prime demo, sempre in compagnia di altri esponenti della scena Asseminese.

2 – “La Vittoria di Ercole” é il tuo album di debutto giusto? Come mai arriva proprio adesso?

Sottolineo, debutto da solista (ahahahah) Il mio ultimo progetto risale al 2012 in coppia con Cizin e si intitola Trincea, con lui ho realizzato anche un Ep dal titolo Riflessioni, e precedentemente ho inciso un altro Ep con altri due artisti del mio paese e un mixtape/demo. Tornando al mio cd da solista, non lo so perché proprio adesso, se devo essere sincero. Ho incominciato a scrivere i primi testi nel 2015 in un periodo dove avevo molto da sfogare su argomentazioni personali, e subito ho capito che stavo incominciando a mettere le basi per qualcosa di molto intimo e che se dovevo continuare a scrivere testi da solista per un disco, dovevo mantenere quell’impronta, tanto da pensare che sarebbe stato meglio non avere collaborazioni, passatemi il termine, vocali. Il titolo, poi, è l’esempio lampante per far capire quanto sia un progetto molto intimo, perché mia madre si chiama Vittoria e mio padre Ercole, quindi questo disco è dedicato soprattutto a loro.

3 – Cosa troviamo dentro a livello di contenuti?

Troviamo molto dei problemi che accomuna la gente; frustrazioni, incertezze, autocommiserazione, rabbia, ma anche citazioni, ironia e riscatto. La mia idea è sempre stata quella di buttare giù tutto ciò che avevo dentro, ma allo stesso tempo dare una chiave d’ascolto dove ognuno si possa rispecchiare o riconoscere nei versi, perché in fondo, chi più o chi meno, abbiamo passato tutti dei momenti difficili, e la musica è sempre quell’arte che più ti aiuta, dove chiunque, nei momenti bui, cerca sempre una canzone dove identificarsi e sfogarsi sia in positivo che in negativo.

4 – Per quanto riguarda i suoni invece?

Per i beats mi sono affidato ai miei producers di fiducia, ovvero Cizin (che oltre a fare Rap è anche un beatmaker con i controc***i) e Snake B. Essendo un amante del Blues, del Soul, e anche del Rock classico, loro, conoscendo i miei gusti, non hanno fatto altro che confezionarmi dei beats stupendi, campionando, per l’appunto, da questi generi che io adoro.

5 – La domanda é personale. Sei quindi libero anche di non rispondere. Affronti un tema come la psicoanalisi, l’ansia, la paranoia che é all’ordine del giorno. Che esperienza hai tu in questo contesto?

Diciamo che mi limito a rispondere con “è tutto nel disco 😉”

6 – Ci dici invece qualcosa sul video che hai scelto come primo estratto?

Il primo estratto si intitola “L’inizio della fine”, e tratto il tema della morte che mi ha sempre affascinato, tanto quanto quello del karma. È un brano che parla della paura di morire e dell’accettazione della morte come componente naturale della vita. Inoltre, il titolo della canzone contiene un gioco di parole che ben si presta ad un primo estratto. Quindi, diciamo, è stato quasi naturale la scelta del pezzo come primo singolo.
Per il video, invece, mi sono affidato a me stesso (ahahahah) in quanto anche videomaker, con l’aiuto di un altro videomaker (Andrea
Piano) e il concept prende spunto sia da un verso del ritornello (mentre gioco a scacchi con la Morte affogando nel Jack) sia dal film “Il settimo sigillo”. Perciò, mi vedrete affrontare la Morte in una partita a scacchi, ubriaco di Jack Daniels, dove la posta in gioco è la mia vita. Ricordo che la Morte non accetta sconfitte 😉.


7 – Hai in mente di pubblicarne altri?

Si, ho in progetto altri due videoclip, “Avvelenato” e “Uno Zero”. Non so quando, ma sicuramente sono dei video che voglio assolutamente realizzare. “Avvelenato” è una traccia dove citazionistica del pezzo “L’avvelenata” di Francesco Guccini, rivisitata da me per il mio vissuto nella scena Rap. “Uno Zero” è un pezzo molto personale, autocommiserazione ed accettazione sono la base della canzone, un modo per dire chi sono, ma anche che, come tutti, sono solo uno su 7 miliardi al mondo.

8 – Che tipo di feedback ti aspetti dalle persone? Dal pubblico? Quali pensi saranno i punti che piaceranno di più e magari quelli che piaceranno meno?

Sicuramente mi aspetto un feedback di nicchia, più di quanta ne abbia avuta in tutti questi anni. Per il semplice fatto che è un progetto molto intimo, dove le classiche argomentazioni, che la gente va a cercare, mancano e che per tutto il disco, a parte “Avvelenato” (dove, si mi sfogo, ma parlo della musica e del pubblico che ascolta musica) e “Specchio” (dove parlo degli anni ’90, vista con gli occhi di un bambino, e di di un futuro non molto lontano, con gli occhi di un anziano, evidenziando i problemi della società), sono veri e propri sfoghi personali.
Credo che le cose che piaceranno di questo album, siano le stesse che faranno storcere il naso agli altri. Mi spiego meglio; come detto prima, ci sono molti sfoghi, e forse alcuni apprezzeranno perché riusciranno ad immedesimarsi nei versi, cosa che per altri invece sarebbe qualcosa di pesante e i più cattivi penseranno che l’abbia fatto a posta per essere etichettato come “il poverino della situazione”; ci sono moltissime citazioni di canzoni, con tanto di versi, diciamo, copia ed incolla, che alcuni noteranno come, appunto, citazioni, altri invece criticheranno tanto da poterlo definire plagio;
In poche parole, se si riesce a leggere bene tra le righe, chi avrà da ridire, sarà solo colui che ha ascoltato le canzoni senza un minimo di attenzione.
Ecco cosa mi aspetto dalle persone e dal pubblico =D.

9 – Come é avvenuto il tuo incontro con Street Label Records?

Io e Daniel Mendoza ci conosciamo da più di 10 anni, siamo sempre rimasti in contatto e ci siamo sempre supportati avvicenda. È stato abbastanza naturale far sentire il master a Daniel e sperare che il resto della Label apprezzasse il progetto tanto da sposarlo.

10 – Domanda scottante … che differenze ci sono (in positivo e in negativo) per un ragazzo che vuole emergere dalla Sardegna rispetto a uno che vuole emergere da posti come Milano o Torino? Che opinione hai in merito?

Ora come ora?! Sicuramente, come lo è sempre stato, il mare che ci divide dalla penisola è una problematica, soprattutto economica, sia per chi vuole investire su se stesso, sia chi vuole investire sull’artista. Per il resto, da quando internet è alla portata di tutti e in qualsiasi dispositivo, le differenze, sul quel campo, si sono equilibrate egregiamente. Si sa, la comunicazione del web viaggia molto più velocemente del classico showcase da vedere in qualsiasi paese si trovi, per questo ritengo si sia bilanciato in quanto visibilità e notorietà. Come ogni arte e lavoro, dopo è solo questione di meritocrazia, ma anche di moda e pubblicità, e queste ultime due vincono sempre, purtroppo per alcuni.

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