Il ritorno di Orco, il rapper italiano che da Amsterdam suona coi big americani

“Memento Mori” è un vero album di “Hip Hop d’autore”, senza alcuna concessione nei confronti delle sonorità attuali e della pochezza di contenuti che caratterizza molto del rap odierno. In un periodo storico dominato dalla trap e dal “mumble rap” Orco si pone infatti decisamente controcorrente, presentando un lavoro molto maturo, caratterizzato da testi positivi e spirituali, scritti con grande padronanza di linguaggio e con una capacità tecnica (il flow e la quantità di rime) che impressiona al primo ascolto. Anche le strumentali sono sempre di alta qualità e realizzate con tutti i crismi per riportare l’ascoltatore in quelle atmosfere Boom Bap di fine anni ’90 che, benché lontane dalla maggioranza dell’offerta musicale attuale, sono in verità sempre apprezzate quasi da tutti.
Il messaggio generale dell’album ruota attorno al risveglio spirituale e al valore della vita, ma vi sono anche pezzi di puro storytelling come “Il quaderno della morte” -ispirato all’anime “Death Note”- e l’autobiografico singolo “The Orco Show”, ispirato al film “The Truman Show”. Fra citazioni di Dante, Leopardi e Manzoni incastrate a riferimenti alla spiritualità orientale e alla filosofia, le capacità di scrittore e di rapper di Orco risultano evidenti e molto efficaci. Il suo è un rap di stampo ‘mistico’ (si vedano ad esempio le tracce “Il canto del Profeta” ed “Apocalisse”), impegnato e tecnicamente sempre d’altissimo livello, pieno di rime, assonanze e giochi di parole.
Il disco “Memento Mori”, in un’ora e venti di musica, non può che stupire per la qualità e la quantità del materiale che contiene; un album che piacerà sicuramente sia ai fan del vero Hip Hop che all’ascoltatore magari lontano da questa cultura ma interessato alle tematiche filosofiche, psicologiche, spirituali ed esoteriche -trattate da Orco con rara abilità lirica e letteraria.