Masa Squiat: “Ho scritto Cercando me per non impazzire”
Dopo Tijuana, il rapper torinese Masa Squiat ha pubblicato un altro singolo, “Cercando me”.
Cercando me parla dei momenti di solitudine e di apatia dell’artista scaturiti dopo la fine di una relazione con una donna, nel corso della canzone vengono affrontati svariati temi come la paura della morte, la sensibilità, vista con ripudio, e la sottile citazione al “Sole” di Neffa, ai raggi che scaldavano un guaglione.
Puoi ascoltare qui il brano e qui sotto trovi la nostra intervista a Masa Squiat.
“Cercando me” è il tuo nuovo singolo, puoi dirci perchè hai scelto questo titolo?
Ho scelto questo titolo perché penso che sia un po’ il punto focale del ritornello e del brano, racchiude bene i concetti che ho espresso lungo le strofe, e il pezzo fondamentalmente esprime un’urgenza di rialzarsi e reagire alle difficoltà.
Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere tramite questo progetto artistico?
La prendo larga come risposta: citando Bukowski, scrivo per salvarmi il culo, per non impazzire. Il messaggio lo riesco a filtrare una volta chiuso il pezzo, non parto quasi mai con un’idea precisa di messaggio da trasmettere, nel brano in questione come ho accennato alla domanda di sopra esprimo una necessità personale di risollevarmi da alcune situazioni che ho dovuto affrontare.
Questo singolo e i successivi brani che comporranno il progetto hanno lo scopo di “cullare” emotivamente tutte le persone che a volte si sentono perse in loro stesse e non trovano l’appiglio per sorridere e credere nelle proprie potenzialità.
C’è un brano a cui sei maggiormente legato della tua carriera e, se sì, perché?
Sì, ma dovrà ancora uscire quindi non posso aggiungere altro. Verrà pubblicato a breve.
Quali sono le tue influenze musicali? Chi sono gli artisti che stimi o ammiri in particolare?
Mi piace ascoltare tutti i generi di musica. Artisti che stimo c’è ne sono parecchi, rimanendo nel mondo rap per quanto riguarda lo scenario americano ti dico Nas e Kendrick Lamar, di italiani la trinità Fibra Marra e Guè.
Come nasce la tua passione per la musica?
Verso i 15 anni ho iniziato a scrivere le prime rime, il primo testo che scrissi fu una sorta di saluto a mia nonna che venne a mancare in circostanze che lasciarono me e la famiglia con tanta rabbia e senso di impotenza, ma questa è un’altra storia, da lì in poi è stata un po’ come una vocazione, sono quelle cose che ti senti dentro e dici voglio fare questa roba nella vita.
Con quale artista vorresti collaborare?
Per come sono ispirato in questo periodo sognerei di fare un pezzo con Fabri Fibra.
Da dove trai le tue ispirazioni per un pezzo?
Dalle esperienze di vita in primis, in parallelo cerco di leggere molto per filtrare al meglio su carta ciò che vivo.
Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
Sicuramente da qui a breve uscirà altra musica, non posso svelare quando non per fare il prezioso ma solo per questioni discografiche. Rimanete connessi.
Che consigli daresti ai ragazzi che vogliono “imboccare questa strada”?
Come dicevo prima ognuno di noi nella vita ha una vocazione, se senti quel fuoco dentro che ti dice “questa è la mia strada” allora persevera tutti i giorni e non mollare mai, con il duro lavoro e l’umiltà si può arrivare dappertutto.