“Molto di più”, intervista alla band I Tremendi
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Ciao ragazzi, partiamo subito dal nome. Domanda classica: perché I Tremendi?
Perché è la nostra attitudine. In studio e sul palco diamo tutti noi stessi liberando la parte più selvaggia di noi. È un bisogno fisico che viene dal profondo dell’anima che ha contraddistinto il nostro percorso come band.
Presentateci il vostro nuovo album “Molto di più”. Quanto sudore avete buttato su questa vostra fatica?
Tanto sudore e altrettanto amore. Questo album è il prodotto di 2 anni di sperimentazione e crescita della band, culminati con le registrazioni al DPot studio di Fabrizio Simoncioni, una leggenda del settore che ha saputo tirare fuori il meglio da noi. Dentro “Molto di Più” c’è tutto il mondo dei Tremendi, fatto di storie e rime, musica senza limiti.
Testi e tematiche risultano sempre fortemente votate all’attualità e all’impegno sociale, che ruolo hanno questi aspetti nella vostra vita e nella vostra relazione con la musica?
Un ruolo fondamentale. Con i testi di Simone, nostra voce e frontman, cerchiamo sempre di lasciare qualcosa all’ascoltatore, che sia una domanda o un punto di vista nuovo, per cercare di riaccendere la fiamma che ognuno di noi ha dentro di sé. Mai girarsi dall’altra parte, vivere la vita e la musica INSIME, oltrepassando barriere e pregiudizi. Le canzoni possono essere l’arma che non uccide ma crea comunione e libertà.
Il disco contiene delle collaborazioni, ci raccontate come sono nate e quanto siete orgogliosi del risultato?
Le collaborazioni sono nate in modo naturale e ci hanno riempito il cuore di orgoglio. Con IceOne è stato semplice perché lo conosciamo da anni, fin dagli albori dei Tremendi, e quindi quando gli abbiamo proposto una collaborazione si è subito attivato proponendoci un beat pazzesco su cui è stata costruita “Fargo”. Mattia del Forno è il sesto tremendo, colui che ha reso possibile il nostro percorso e ciò che siamo. Ci segue come produttore da sempre e finalmente siamo insieme anche in “Marvin”, un gioiello del nostro album impreziosito dalla sua voce nei ritornelli. Con Jose Ramon è stato groove a prima vista! Gli abbiamo proposto di suonare percussioni e tromba nel brano “Mamba” e lui si è reso subito disponibile, portando una ventata cubana sul nostro sound e la passione che solo chi vive la musica nell’anima sa darti.
Che cosa ne pensate della scena hip-hop italiana attuale?
La scena, soprattutto quella mainstream, in questo momento è posticcia e fin troppo artefatta. Si è perso lo spirito dell’HipHop e di community che ci ha fatto innamorare di questo movimento e delle sue discipline ed è stato sostituito da “artisti” testimonial lontani dalla figura del rapper e dj che non propongono nulla di interessante, tante facce addobbate e pochi contenuti. La scena resiste a fatica nell’underground ma resta viva. Un consiglio a chi sta leggendo: cercate nelle vostre città le realtà che alimentano con passione questo mondo e supportatele.
Infine, progetti futuri?
Stiamo già lavorando al prossimo album, la strada continua ed è piena di novità! Seguiteci e supportateci!