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Marzo 8, 2024

Forse Danzica ci racconta la sua “Milano Couchette” e l’incontro con Bleu Smith

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É uscito venerdì 1 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali un nuovo singolo del progetto Forse Danzica e Blue Smith, per la prima volta insieme, dal titolo “Milano Couchette“. È un pezzo che parla di auto inganni, stili di vita poco sani, tendenza a perdere il fuoco dalle cose importanti e della sensazione di non credere in niente, nato in una delle tante volte in cui Matteo (Forse Danzica) ha svuotato le tasche dalle cartacce accumulate per pigrizia. Un nuovo brano oscuro e allo stesso tempo dagli aloni scanzonati, dove convivono post-punk e it-pop, per chi vive la frenesia milanese, accumulando cartacce e problemi nelle tasche.

  1. In un momento storico dove sembra difficile pubblicare un disco, visto che la sua vita è piuttosto limitata, tu hai scelto di pubblicare un album, addirittura in due parti. Tipo i Verdena insomma. Come mai?

    Diciamo che le premesse, ovvero che sia difficile pubblicare un disco e che i dischi abbiano vita limitata, sono degli ostacoli da un punto di vista di marketing. A livello pratico in realtà è molto più semplice pubblicare un album oggi rispetto a ogni altra epoca. In ogni caso nel mio modo di vedere la musica l’album è la cosa più importante, l’unico formato che ti consente di fare un discorso approfondito e di esplorare le potenzialità di sound e concetti. Non penso comunque che abbiano vita breve, al contrario penso sia l’unico formato che abbia ancora una vita lunga. Dipende da quanto peso dai ai numeri e al lato più discografico e aziendale della musica.

  2. E cosa ti ha portato a lavorare con un nome come quello di Bleu Smith, che sembra così distante dal tuo mondo, più oscuro e forse più retrò?

    Siamo amici, mi piace quello che fa e avevo una canzone che secondo me parlava di tematiche che potevano in qualche modo rappresentare anche lui e accogliere la sua versione dei fatti.

  3. E che rapporto hai, come ascoltatore, con il pop e la scena urban?

    Dipende a cosa ti riferisci, di base ascolto volentieri ogni cosa al di là di quello che mi piace o che non mi piace, anche perché di lavoro faccio il giornalista musicale e in generale mi è sempre piaciuto il lavoro critico. Per quanto riguarda la scena urban nello specifico bisognerebbe mettersi d’accordo sulle definizioni perché in generale ho l’impressione che sia ancora una categoria un po’ dispersiva.

  4. Vivere a Milano ha cambiato il tuo modo di fare musica?

    Vivere a Milano ha cambiato direttamente il mio modo di stare al mondo, e di conseguenza quello di fare musica. È molto faticoso e alienante, ma allo stesso tempo ti aiuta a capire chi vuoi essere.

  5. Hai seguito Sanremo? Per chi tifafi?

    Ho seguito Sanremo, i miei preferiti erano i BNKR e i Santi Francesi.

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