LOADING...

Torna Su

Novembre 26, 2020

Intervista a Mr.Thief – “Prima di uscire con un disco mi sono messo in testa di ascoltare un tot di roba vecchia”

1- Yo! Partiamo da te! Mr.Thief raccontaci come ti sei messo in contatto con la scena Rap di Varese e come hai iniziato a frequentare jam e live.

Bella raga, una figata essere qui. Allora, Immagina questo: stazione di Malnate, ore 7.00, prima superiore quindi treno fino a Varese, dieci minuti scarsi. Canne e cilum nei sottopassaggi con quelli del secondo/terzo anno. Rappo in freestyle. Vincenzo, un amico che ora credo sia nell’esercito, mi fa che ero bravo e che se volevo registrare lui aveva per me un contatto, io cercavo uno studio. Mi gira il contatto Facebook di Mocce e da lì è partito tutto. Mi dice: “Lì ci registra pure Johnny Marsiglia, è di Palermo, spaccherà sicuramente tra non molto, ma anche altri vedrai. Pure il mio amico Dailom”. Lo storico Late Night Studio in Viale Valganna. Quello era un puntello obbligatorio se volevi rappare a Varese, lì avevi modo di conoscere quasi tutti. Io andavo ogni tanto anche se non dovevo reccare, però ero ancora minorenne, quindi a una certa me ne andavo e penso che il clou me lo perdevo sempre. Però ho conosciuto tutti lì. Mi informavo sulle serate lì o sui social che però erano appena nati, quindi puoi immaginare. Quel posto è stato fondamentale. Così come le jam, ovviamente. Il “be there or be square” era per me già chiaro ai tempi. Le serate di Dj Vigor su tutte. Potevo ascoltare dal funk all’rnb oltre ai classici rap dei 90’s. Potevo farmi dei contatti, ma sopratutto divertirmi.

2- Hai tirato fuori un bel pò di roba sottobanco. Come mai invece un disco ufficiale é arrivato solo ora?

Prima di uscire mi sono messo in testa di ascoltare un tot di roba vecchia … semicit. Oltre alla citazione, ti dirò che ho semplicemente fatto il mio percorso coi miei tempi e non pochi problemi. Comunque, bisogna innanzitutto portare il pane a casa e poi stanziare un budget per un album ufficiale. E sopratutto, ho sempre pensato che devi fare pratica dal vivo, quindi la roba che tu chiami “sottobanco” non la rinnego, anzi è ancora pubblica e mi ha permesso di esibirmi negli open mic. Poi, rappare su basi americane mi è servito. Oltre a farmi avere già un repertorio pronto per il live, anche a farmi una cultura incredibile sul rap americano, 80’s, 90’s e i primi 2000.Frequentavo più jam che potevo, dopo aver fatto la patente è stato più facile (ndr Ride!)

3- E con la Bm records come é andata?

Mega salto temporale. Entro in contatto con Mastafive al CSO Pedro di Padova, dovevo suonare tra una battles e l’altra. C’era pure Rino Double S e Mirko Kiave a cui avevo già aperto un live a Varese. Non sono entrato in una setta, penso sia stato tutto molto logico e naturale, non ho superato nessuna strana prova. Ho fatto avere la mia demo e il pre master di Licenza Poetica a Johnny che, evidentemente, ha trovato interessante il materiale. Lavoro da poco con loro, ma già ho capito come ragionano, è una tribù, una famiglia. . Il pubblico si affeziona agli artisti BM, è un ambiente sano e Johnny è per me innanzitutto un pioniere, quindi sono onorato , ma davvero è stato tutto molto naturale. Penso di aver rispettato le tappe e fatto le cose come si dovevano fare. Un’etichetta ti da’ fiducia, sai che non sei solo, ma hai finalmente qualcuno che ti aiuta e consiglia. Cosa che prima non avevo. Dovevo cavare da solo il ragno dal buco e forse ho commesso più di qualche leggerezza in passato.

4 – Chi ti ha prodotto il disco e che feat hai dentro? Ci racconti un pò queste scelte?

“Licenza Poetica” contiene le produzioni di Mr.Phil, Weirdo, Gio Lama e Kaso. Ho scelto questi producers perché cercavo le peculiarità di ognuno. Ho immaginato il disco per fasi. “Scenario”,con Dj P-Kut, è graffiante ,è uno sguardo sul mondo, cercavo qualcosa di minimale ma forte, una sorta di introduzione, un beat che lascia molto spazio alla voce e che mi ha permesso di esaltare le pause di quel testo. La title track è una banger assurda, così come “Radio Raheem”, un inizio col botto. Questa è la fase dell’impatto. Successivamente, “Voglio Scegliere” e “Stupido Motel” spiazzano l’ascoltatore e lo portano da un’altra parte fino a “Morte di una Rockstar” che torna a pestare forte. Questa è la fase centrale, lo svolgimento, il viaggio. “L’Ombra e Lampada” sono il momento più introspettivo, verso la fine, ma un momento di estrema importanza, quasi solenne. “Il Colpo” coi Cdb e ho voluto apposta loro perché penso siano gli MOP italiani, chiude col botto. Sembra che ti passa la banda festante sotto al balcone. L’ultimo botto dei fuochi d’artificio. Ultima fase dunque, il gran finale. Questo disco puoi ascoltarlo dalla prima all’ultima traccia o dall’ultima traccia alla prima e l’effetto è lo stesso. C’è comunque progressione e in ogni traccia succede qualcosa.

5- Chi ti ispira a Varese come artista?

Non voglio citarti sempre i soliti nomi: OTR, Kaso … ormai lo sanno anche loro. Ho avuto la fortuna di avere un grande mentore e un grande amico, si chiama Diggy Duein (ex Banana Sapiens), attuale producer di Giorno Giovanna aka Callister (13 Bastardi). Abbiamo prodotto molti pezzi insieme, reperibili ancora sul Tubo credo. Le nostre strade si sono purtroppo divise per motivi personali, ma eravamo sempre insieme. Se posso parlare di cultura Hip Hop e avere le nozioni che ho, molto del merito è suo. Duein è un grande. Scrive, mixa, screccia, produce beats, ha provato a breccare, a dipingere. E’ Hip Hop e mi ha sicuramente ispirato molto. Bella diggy!

6- Te lo chiedo perché mi incuriosisce. Ma é vero che la scena di Varese non ha nulla da invidiare a quella Milanese?

Ti racconto un aneddoto: conosci Giorno Giovanna aka Callister? Una volta sono stato con Duein, ospite da Giorno, a Torino. Ci invitò a pranzare da lui e, dopo un piatto di pasta, si discuteva, essendo lui campano, della scena al Nord. Ci disse che la scena Varesina è stata da sempre l’underground di Milano. Varese gode e godeva, quindi, di enorme rispetto dalla old school italiana. Se pensiamo al contributo di Esa e La Sede, se pensiamo al Treno di Mezzanotte organizzato da Kaso dove suonarono praticamente tutti i rapper che conosci, se pensiamo ai Sottotono, Palla e Lana, Egreen … si può dire che Varese è da sempre sulla mappa, o no? E non solo nel rap. Nel writing (Ravo) e nel djing (Dj Vigor, Dj Ronin), nel breaking. Ci sono tutt’ora tantissime crew fortissime, ragazzi e ragazze che si sbattono. Poi, io ho una visione worldwide dell’Hip Hop, quindi rispetto per tutte le città italiane. L’Hip Hop è ovunque.

7- Quando leggo che hai street reputation cosa si intende?

Penso voglia dire che ci sono sempre stato. Non ho mai pensato minimamente di mollare il Rap e fare altro. Il mio mattoncino l’ho sempre messo, sopratutto a Varese. Se c’è bisogno, sono sempre in prima linea e penso che ormai qui sia chiaro per tutti. Che si tratti di un live, di organizzare, di essere ospite, di condividere un evento o dare un supporto sono a totale disposizione di tutti. Penso voglia dire che non ho mai leccato il culo. Penso voglia dire che ho sempre pensato con la mia testa. Penso voglia dire che non ho mai fatto il matto in giro, solo perché so rappare. Penso sia per questo e, oggi è cosa trita e ritrita, ma certi valori li impari per strada, in mezzo alla gente, confrontandoti con tutti e, se rispetti tutti il rispetto torna indietro oppure è meglio che tu sappia come cavartela da solo.

8 – Che sonorità troviamo nel tuo disco?

Credo sia un disco molto fluido. La pasta del suono è classica. I beat di Mr.Phil sono banger, vere e proprie hit underground , Gio Lama ha un suono molto raw, secco e ricercato, Weirdo ha un suono che ti spedisce con la testa dritto nel Queens e Kaso è un musicista vero, il suo forte è la semplicità, sia come persona che come artista, ha un suono quindi unico e raro. Le sonorità di “Licenza Poetica” posso dirti che sono intense e progrediscono insieme al discorso espandendosi per tutto il disco fino ad esplodere alla fine.

9 – A me ha colpito Morte di una rockstar … in cosa sei rosckstar?

Questo story telling ha un duplice significato. Parlo della dinamica misteriosa della morte di Jeff Buckley, ma parlo anche di me stesso. Mi sentivo molto vicino all’anima di Buckley in quel periodo. Ascoltando “Hallelujia”, “Grace” e altri suoi celebri pezzi, decisi di fargli un tributo. Avevo questo beat di Phil e lo trovai appropriato. Lessi un articolo che ricostruiva l’accaduto e riportai nelle rime i nomi dei personaggi, il nome del fiume fatale, il nome della strada che hanno percorso Jeff e Keith (l’amico), il nome delle sue ragazze, ogni dettaglio insomma. In sostanza, Buckley e l’amico erano diretti in aeroporto per andare a prendere dei musicisti, quando ad un tratto Jeff volle deviare verso Wolf River per fare un bagno. Keith racconta che lo ha visto tuffarsi nel fiume vestito, canticchiando Whole Lotta Love dei Led Zeppelin e poi è scomparso. Io mi vivevo un periodo difficile, la fine di una lunga relazione e mi sentivo in balia degli eventi, in balia della delusione, era un po’ come annegare, capisci? Avviene questo intreccio quindi nel pezzo. Raccontando un fatto, sono riuscito anche ad esprimere come mi sentivo in quel preciso momento. Voglio dire che a volte non ti salva ne il denaro ne il talento, nemmeno se sei una rockstar. Può salvarti solo l’amore, l’amicizia, le tue passioni. In cosa sono rockstar? (ndr Ride!) Fumo tanta erba, forse troppa! Scherzi a parte, ti dico nella solitudine, nella noia. Ecco, la solitudine che vive una rockstar pure in mezzo a tanta gente. La noia che non ti risparmia nemmeno se sei ricco e famoso penso. Ci devi fare i conti chiunque tu sia. Un po’ come con la morte. Non è uno scherzo, se ci pensi. Forse se capissimo che domani non è un altro giorno, ma un giorno in meno, vivremmo tutti meglio e avremmo tutti una vita Ricca, e non parlo di soldi.

10- Finiamo in modo creativo. Fatti una qualunque domanda a cui desideri rispondere. Su qualunque argomento e datti anche la risposta.

Merda, questa è la più tosta. Vediamo… Cosa ti auguri per l’anno nuovo?
Mi auguro di suonare tantissimo dal vivo. Mi auguro che il Rona si levi dalle palle e si possa tornare alla normalità. Poi, mi auguro di suonare tantissimo, di suonare tantissimo e di suonare tantissimo. Voglio portare in giro questo album. E’ un po’ come il calcio che stiamo vedendo in questi mesi… Senza contatto con il pubblico, è una noia pazzesca. Bella HHItaly! Alla prossima!

Prev Post

ll rapper Ganoona presenta il nuovo singolo “Deserto”

Next Post

“Dinero”: nel nuovo singolo Mida mette a nudo sogni e…

post-bars
Mail Icon

Newsletter

Ottieni ogni aggiornamento settimanale e approfondimenti